
Gli investimenti privati nell’isola porterebbero 8 Miliardi di euro da parte di aziende sarde o continentali con un moltiplicatore pari a circa 17 miliardi di euro fino al 2030.
Al momento nell’isola sono stati presentati in autorizzazione ministeriale progetti per circa 52 GW tra eolico (onshore e offshore) e fotovoltaico/agrivoltaico. Il numero di GW però realmente autorizzabili al 2030 sarà di 6.2 GW come stabilito nel DL Aree Idonee del MASE secondo il quale ogni regione ha ricevuto mandato di portare avanti progetti per la decarbonizzazione del paese dall’Europa.
Questi progetti sono realizzabili solo grazie ad aziende disposte ad investire nella nostra isola ed è impossibile pensare di sostituire il capitale privato con capitale pubblico per raggiungere i traguardi indicati dall’UE per l’isola. Si parla spesso di speculazione energetica senza mai andare a dare una definizione esatta di cosa sia una speculazione.
La definizione della Treccani forse più attinente rispetto alle critiche mosse da varie parti rispetto a questo tema potrebbe essere la seguente: “un’ attività intesa a conseguire un profitto economico personale, o un vantaggio a fini politici, condotta senza scrupoli e senza rispetto degli interessi altrui”.
Possiamo affermare con certezza che i profitti economici derivanti da questi tipi di investimenti sono i più bassi rispetto a tutte le fonti di produzione energetica in particolare per l’agrivoltaico che presenta tassi di ritorno dell’investimento dell’ordine del 7% contro tassi dell’ordine del 15% per le centrali a gas o del 30% per pozzi di produzione gas. Se di speculazione si vuol parlare sarebbe più opportuno vedere chi ha interessi nel portare in Sardegna il gas, una fonte che inquina, che la nostra isola non produce e che ci vincolerebbe per decenni a paesi stranieri che avrebbero (in tal caso si) il controllo della produzione energetica della nostra terra. Le aziende che investono in rinnovabili sono aziende che credono in un futuro migliore per il pianeta e i propri abitanti e che si rifanno a codici etici molto stringenti in linea con gli Obiettivi della Sostenibilità dell’Agenda 2030 dell’UE.